L’attesa
Mangio sentimenti,
cartacce stracce.
Milano accogliente ma vuota,
in sospeso.
Il ferro della rotaia
lontano.
Una macchina
felpata
lecca la strada.
Strane figure fluttuano sul muro
con un sorriso animalesco.
Scene graziose di atrocità. Continua a leggere →
Pino Daniele è uno di quegli artisti che ho snobbato per un sacco di tempo. Non perché non mi piacesse o perché lo ritenessi un musicista “minore”. Molto semplicemente non mi interessava approfondirne la storia. Probabilmente perché conoscevo solo le sue canzoni più famose, mainstream, senza avere la piena consapevolezza di chi fosse in realtà. Poi ho vissuto per un paio di mesi con Carmine, un ragazzo di Napoli, musicista e anche lui appassionato di musica (anzi, adesso ha un gruppo, i Replaced Mind, che fa base a Firenze. Se siete interessati a un suono rude e garage-eggiage qui il loro Facebook). Grazie a Carmine sono entrato nel mondo di Pino Daniele e del blues napoletano (vedi per esempio James SeneseeJoe Amoruso). Ne è valsa la pena.
Le frontiere, materiali o mentali, di calce e mattoni o simboliche, sono a volte dei campi di battaglia, ma sono anche dei workshop creativi dell'arte del vivere insieme, dei terreni in cui vengono gettati e germogliano (consapevolmente o meno) i semi di forme future di umanità. (Zygmunt Bauman)